Scuola di Specializzazione in IGIENE e MEDICINA PREVENTIVALA MISSION E LA VISION DELLA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA E DEL DOTTORATO IN SANITÀ PUBBLICA NEL TEMPO DELLA GLOBALIZZAZIONE Scuola e Dottorato nascono da una medesima visione del mondo contemporaneo, certamente caratterizzato dalla globalizzazione, ovvero dalla forte interdipendenza degli scambi economici, culturali, dei movimenti di popolazione e dalla riscoperta del Pianeta come casa comune. La mission che ne scaturisce è espressione della volontà di coniugare le diverse anime della Sanità moderna, in una visione centrata sul paziente e la sua famiglia, diffusa sul territorio, multidisciplinare e attenta agli aspetti preventivi, organizzativi ed economici dell’assistenza. Si tratta di una visione con radici storiche sostenute da recenti conferme scientifiche, come spiegheremo di seguito. La transizione demografica, epidemiologica e assistenziale La transizione demografica e quella epidemiologica hanno sconvolto (1) il panorama sanitario prevalente sino al XIX secolo: si è passati da un quadro caratterizzato da alta mortalità e natalità ad un nuovo equilibrio, ove al contrario i suddetti tassi si sono grandemente ridotti. Nel corso di questa epocale trasformazione, ormai estesa a tutto il pianeta, si sono verificate un’importante espansione demografica, una pari crescita dell’attesa di vita e, come conseguenza della contrazione delle nascite, un aumento della prevalenza dei soggetti sopra i 65 anni. Le conseguenze della transizione demografica si manifestano in tutti gli ambiti della vita civile, sociale ed economica: basti pensare agli aspetti previdenziali indotti da tale fenomeno. A nostro avviso, tuttavia, in campo sanitario non si è tenuto sufficientemente conto di quanto questa trasformazione abbia mutato i bisogni dei pazienti e delle popolazioni e della necessità di una parallela e conseguente transizione assistenziale. In particolare, in Italia non si è preso atto del prevalere dell’anziano come soggetto bisognoso di cure a tutti i livelli, con domande che investono l’organizzazione stessa della sanità e chiedono un radicale rinnovamento verso il territorio. Un sistema ancora troppo “ospedale-centrico” accumula ritardi, genera inappropriatezza e difficoltà di accesso. La realizzazione di un “continuum” assistenziale efficiente tra ospedale e territorio resta carente di adeguata implementazione. Occorre abbracciare una cultura della valutazione complessa, pensare alla stesura di piani personalizzati di assistenza, riabilitazione e prevenzione, al trasferimento delle cure in una varietà di setting, come quello domestico, adoperando le nuove tecnologie (telemedicina e telenursing), in grado di assicurare un adeguato monitoraggio, tempestivi cambiamenti terapeutici e, ove necessario, un pronto intervento. In questo quadro è importante prevedere il ruolo del medico epidemiologo, in grado sia di valutare efficacia, profilo e costi-benefici di ogni intervento, sia di organizzare e valutare i servizi proposti. Il capitale sociale Un’altra importante trasformazione riguarda la forte riduzione del capitale sociale. Le reti familiari, i legami e le appartenenze (2) si sono ridotti, così come il numero di persone con cui si interloquisce, i cosiddetti “curatori informali”, gli amici, gli incontri. L’avvento di una società “liquida” (3), così ben descritta in numerosi saggi da Zygmunt Bauman, spiega in parte l’aumento del numero di nuclei familiari formati da una sola persona, in Italia pari a quasi 8 milioni (dati Istat), il 13% della popolazione. Non è difficile prevedere, e già oggi ne siamo spettatori, che la crescita di solitudine e isolamento sociale determinerà sul sistema sanitario una sorta di “tempesta perfetta” scaricando su di esso numerose e diverse istanze, tutte caratterizzate però dall’assenza di una figura di riferimento per il malato ovvero per la persona fragile non totalmente autosufficiente. La salute nel mondo contemporaneo Nel corso del ‘900 il concetto di salute è profondamente cambiato, in conseguenza delle grandi trasformazioni già citate. La salute come “assenza di malattia” ben si adattava a un mondo costituito prevalentemente da giovani e bambini, come era l’Europa dell’800, dominato da patologie infettive, a decorso acuto e con un esito “tutto o niente”. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, in pieno avvento delle malattie cronico-degenerative e sulla spinta dell’utopismo scientifico tipico di quell’epoca, la salute era definita come il completo benessere fisico psichico e mentale, nella convinzione che sarebbe stata sconfitta dalla scienza ogni patologia nota. Con l’invecchiamento della popolazione, il concetto di salute si è trasformato fino a uscire dall’ambito esclusivamente medico e scientifico, superando il rischio di essere ridotto a parametro statistico o meccanicistico, entità fissa e impersonale. Il quadro si completa con la sempre più crescente emersione della fragilità, una condizione che accompagna spesso l’invecchiamento e, seppur variamente definita, riconosce come unico denominatore la scarsa capacità adattativa e l’improvviso precipitare della propria salute. Ambiente e salute, diseguaglianze e diritti, le nuove sfide alla Sanità Pubblica nel mondo globale Stiamo vivendo un tempo caratterizzato da importanti fenomeni migratori legati a fattori economici, ambientali e ai numerosi conflitti riguardanti vaste aree del pianeta. Si tratta di una realtà complessa, con la quale la Sanità Pubblica deve confrontarsi: ci si interroga molto sulle metodologie di facilitazione dell’accesso ai sistemi sanitari regionali per coloro che hanno difficoltà a fruirne, sulla sfida rappresentata dalle patologie legate alla povertà, sulla transizione epidemiologica che pone di fronte a patologie croniche gravi e di più difficile stabilizzazione nei migranti di seconda e terza generazione. Uno dei modelli più discussi è quello che conferisce al paziente un ruolo da protagonista nel processo di cura, favorendone l’empowerment, per migliorare l’appropriatezza, sollecitare il miglioramento della qualità assistenziale e ottenere una maggiore efficienza e continuità del percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale. Queste istanze compaiono tra le linee di ricerca del Dottorato, focalizzando l’attenzione dei ricercatori verso coloro che, per cultura, età, sesso o disabilità fisiche, rappresentano la parte più debole e critica della popolazione perché a rischio di esclusione (o, di fatto, esclusi) dall’accesso all’assistenza sanitaria e dal diritto alla salute. L’impegno del dottorato è di sistematizzare un corpo di conoscenze finalizzate alla tutela della salute individuale e collettiva e di sottoporre a valutazione l’appropriatezza, l’efficacia e l’efficienza dei contenuti che continuamente arricchiscono l’attività assistenziale. Si è inteso valorizzare peraltro questi contenuti come terreno comune di una collaborazione con il mondo infermieristico e con la sua naturale propensione alla cura del paziente e delle popolazioni nei setting più disparati, contributo prezioso alla continuità assistenziale. Su questo specifico tema igienisti ed infermieri possono rinnovare il volto di una sanità che deve “abitare” in modo più convinto il territorio attraverso articolazioni innovative capaci di connettere i molti nodi della rete assistenziale, purtroppo ancora oggi spesso assai isolati. Il Dottorato si apre ad approcci innovativi di ricerca qualitativa, spesso considerati non evidence based, che presuppongono, invece, una forma di conoscenza in grado di prestare attenzione alle esperienze vissute, ai significati, alla riflessività dei soggetti e dei loro modi di percepire la realtà. Numerosi sono gli studi che adoperano tali approcci, supportati da grande rigore procedurale, che consentono di concentrare l’attenzione sul vissuto esperienziale del paziente circa la salute e la malattia. A queste riflessioni è possibile aggiungere un terzo “megatrend”, quello della relazione tra salute e ambiente e l’impegno a esso associato. Secondo quanto affermato dalla European Environmental Agency nel 2015, circa il 25% del burden delle malattie e delle morti sono attribuibili a cause ambientali, e nel 2050 l’inquinamento atmosferico urbano diventerà la maggior causa di mortalità globale. (4) Numerosi aspetti legati alla questione ambientale costituiscono, anche storicamente, ambiti interessanti per la sanità pubblica: la sicurezza e la disponibilità delle risorse idriche, le conseguenze del cambiamento climatico, in particolare sull’alimentazione umana, e molto altro. In una società caratterizzata dalla presenza di un buon numero di anziani, spesso affetti da malattie non trasmissibili e di natura cronico-degenerativa, segnata da una cattiva relazione con l’ambiente, gli esperti di sanità pubblica devono pensare a una visione più ampia, interessandosi dell’impatto di tali problematiche sulla salute complessiva delle popolazioni umane. Occorre oggi ragionare in termini di sostenibilità, di diritti umani, di lotta alle diseguaglianze ricordandosi che in un mondo sempre più connesso le sorti degli individui e dei popoli sono sempre più strettamente intrecciate. In un mondo divenuto concretamente e fisicamente casa comune, in cui aria, acqua e risorse sono condivise occorre lavorare per un effettivo controllo dei determinanti di salute: alimentazione, istruzione, reddito, attività fisica, sicurezza delle acque, riduzione dell’inquinamento e rete di relazioni sociali, solo per citarne alcuni. Abbiamo a cuore l’affermazione globale del diritto all’istruzione, ci interessa che il controllo delle emissioni da attività industriale sia adeguatamente regolato in tutto il pianeta, per ragioni ormai evidenti: il diritto degli uni viene dal rispetto dello stesso diritto per tutti. La discussione non dovrebbe trascurare il problema degli stili di vita, il loro impatto e le misure di controllo. Secondo la Commissione Europea per gli Affari Sociali e le Pari Opportunità (5), una percentuale significativa della mortalità prematura deriva dalla pratica di stili di vita, come l’abitudine al fumo di sigaretta, l’alimentazione povera di frutta e verdura e l’inattività fisica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2005 il 60% dei decessi nel mondo era attribuibile a patologie croniche associate a fattori di rischio derivanti dagli stili di vita. Negli Stati Uniti, si stima una percentuale di decessi dovuti al fumo, all’inattività fisica, alla dieta scorretta e all’abuso di alcolici pari al 40% del totale dei decessi. (6) In sintesi, il Dottorato è dedicato agli operatori di Sanità Pubblica che sono interessati all’impegno in una ricerca innovativa e ambiziosa, orientata a trasformare e adeguare i servizi sanitari alle necessità del nostro tempo, con lo sguardo largo quanto gli orizzonti del pianeta. In questo lavoro occorrerà rimanere fedeli alle radici storiche delle diverse discipline, sapendo rivisitarle in una chiave moderna, senza perderne gli antichi talenti. LA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA SECONDO IL DECRETO INTERMINISTERIALE N. 68 “RIORDINO SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA SANITARIA” DEL 4 FEBBRAIO 2015 L’ordinamento della scuola: area e classe di afferenza e durata La Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva afferisce all’Area dei Servizi Clinici, Classe delle Specializzazioni in Sanità Pubblica. Il Corso di Studi ha una durata di 4 anni. Lo specialista in Igiene e Medicina Preventiva, secondo il decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (7), deve aver maturato conoscenze tecniche, scientifiche e professionali nei seguenti campi: • medicina preventiva; • educazione sanitaria e promozione della salute; • programmazione, organizzazione e valutazione delle tecnologie e dei servizi sanitari (management sanitario); • igiene degli alimenti e della nutrizione; • igiene e sicurezza ambientale; • igiene e sicurezza del lavoro; • edilizia civile e sanitaria; • statistica medica, epidemiologia, demografia; • sistemi informativi sanitari; • legislazione sanitaria; • prove di efficacia della prevenzione e dell'assistenza sanitaria. Deve acquisire professionalità e competenze relative a: • organizzazione dell’assistenza primaria; • organizzazione ospedaliera; • organizzazione della prevenzione primaria e secondaria (programmi di screening) in collettività ed in strutture sanitarie, sia pubbliche che private. Lo specialista deve essere in grado di: • effettuare buone diagnosi dello stato di salute e dei problemi sanitari in una comunità utilizzando gli strumenti metodologici che l’epidemiologia fornisce; • individuare gli interventi per raggiungere gli obiettivi di salute prefissati; • identificare le priorità d'azione e le soluzioni più efficaci utilizzando metodologie innovative quali le Evidence Based Healthcare; • progettare interventi sanitari mediante la stesura di un protocollo dettagliato che preveda anche la valutazione delle risorse necessarie e la loro precisa allocazione. Altri ambiti specifici sono rappresentati da: • sorveglianza e controllo delle malattie ereditarie, infettive, cronico degenerative; • incidenti nelle comunità di vita e di lavoro, nei viaggiatori e nei migranti; • analisi dei bisogni socio-sanitari, degli stili di vita, dell'alimentazione e dei rischi ambientali; • ricerca epidemiologica, eziologica e valutativa; • informazione e formazione sanitaria; • programmazione, organizzazione, gestione, coordinamento delle risorse; • valutazione degli interventi di prevenzione, con capacità di relazionarsi alle diverse collettività rendendole soggetti attivi delle scelte di salute. Dovrà inoltre saper progettare, realizzare e valutare adeguati interventi di sanità pubblica in occasione di incidenti, catastrofi e attacchi terroristici con mezzi biologici, chimici e nucleari (BCN); nonché effettuare la valutazione di impatto ambientale per quanto concerne gli aspetti sanitari. Obiettivi formativi di base • acquisizione di conoscenze di metodologia statistica, epidemiologica, di psicologia, sociologia, economia, storia della medicina, genetica, microbiologica, patologia clinica, tecnologie mediche applicate, diritto, fisica e chimica dell'ambiente e di vita e di lavoro; • l’acquisizione di capacità di utilizzare la statistica, i sistemi informativi, i sistemi di comunicazione e della normativa nell'ambito della prevenzione sanitaria; • l’utilizzazione delle conoscenze di base e della metodologia epidemiologica per la sorveglianza ed il controllo dei rischi chimico-fisici, ambientali e microbiologici, delle malattie genetiche, infettive cronico degenerative e degli incidenti negli ambienti di vita e di lavoro e del loro impatto sulla qualità della vita e sulla salute della collettività; • programmare, gestire e valutare anche sotto l’aspetto manageriale e di economia sanitaria gli interventi di prevenzione e formazione. Obiettivi formativi della tipologia di scuola • pianificare, realizzare e valutare studi descrittivi, ecologici, trasversali, analitici, sperimentali e di intervento; discutere il profilo di rischio della popolazione e di gruppi a particolare esposizione; • descrivere ed interpretare la frazione prevenibile, per ogni problema sanitario, dei principali fattori di rischio ambientali, lavorativi, sociali e comportamentali; • descrivere e utilizzare i modelli di prevenzione e di promozione sull’individuo, sulla comunità e sull’ambiente fisico e sociale; • riconoscere ed utilizzare i principi della comunicazione del rischio ambientale; • programmare, organizzare e valutare interventi mirati alla tutela della salute ed alla prevenzione dei rischi di tipo infettivo, comportamentale, occupazionale ed ambientale; • organizzare la tutela della salute degli individui più a rischio della popolazione (con particolare riguardo agli anziani, ai minori, alle classi sociali disagiate, ai migranti ed ai viaggiatori); • programmare, organizzare e valutare interventi di prevenzione secondaria (programmi di screening) programmare, organizzare e valutare interventi di prevenzione terziaria; • programmare, organizzare e valutare interventi nella comunità in relazione all’attuazione delle cure primarie ed al loro raccordo con l’assistenza di secondo livello; • contribuire alla elaborazione di piani per la salute a carattere interdisciplinare ed intersettoriale; • programmare, organizzare e valutare interventi di vigilanza, ispezione e controllo di alimenti e bevande nelle fasi di produzione, trasporto, manipolazione, commercio, somministrazione ed utilizzazione; • applicare i principi della corretta nutrizione a livello di famiglie e di comunità organizzate; • programmare, attuare e valutare interventi di educazione alimentare; • organizzare e gestire sistemi informativi ai fini sanitari; • utilizzare la metodologia epidemiologica e l’analisi economica quali strumenti della programmazione. utilizzare le tecniche di Evidence Based Medicine (EBM), Evidence Based Healthcare (EBHC) e Evidence Based Prevention (EBP); • descrivere, interpretare ed utilizzare i modelli dei sistemi sanitari, ed i relativi meccanismi di controllo, di direzione, di finanziamento e di gestione e valutarne i livelli di appropriatezza, efficacia ed equità; • utilizzare ed attuare modelli di analisi costi/efficacia, costi/beneficio, costi/utilità e i principi dell’economia sanitaria; • programmare, organizzare e valutare sul territorio ed in ospedale i servizi e la loro qualità; • progettare, realizzare e valutare interventi di sanità pubblica in occasione di emergenze; • progettare, realizzare e valutare l’attività di formazione continua su metodi e contenuti della sanità pubblica; • riconoscere il ruolo giuridico dell’operatore di sanità pubblica nell’attuale scenario sanitario nazionale e regionale; • riconoscere le problematiche inerenti la percezione della malattia e della salute in altre culture; • descrivere i principali mutamenti degli stili di vita legati ai nuovi fenomeni sociali ed interculturali, utilizzando gli strumenti dell’antropologia medica e culturale; • Saper introdurre criteri di bioetica nel rapporto medico-paziente e servizi-comunità a livello di assistenza primaria e di attività di prevenzione, con particolare riguardo alla definizione delle priorità. Obiettivi affini o integrativi Acquisizione della capacità di interagire con gli specialisti delle altre tipologie della classe, nonché con i laureati e gli specialisti delle Aree delle classi sanitarie, nei campi dell’analisi epidemiologica, dell’organizzazione dei servizi, della valutazione degli interventi sanitari e della gestione delle emergenze sanitarie. Attività professionalizzanti obbligatorie per il raggiungimento delle finalità didattiche della tipologia • aver collaborato almeno in due casi all’analisi di statistiche sanitarie correnti, ed averne progettata e realizzata almeno una in modo autonomo; • aver partecipato alla progettazione e alla realizzazione di almeno due indagini epidemiologiche, ed averne progettata e realizzata almeno una in modo autonomo; • aver collaborato ad analisi organizzative di strutture sanitarie, ed in particolare: almeno una valutazione del fabbisogno di risorse; almeno due valutazioni di appropriatezza di procedure (diagnostico-terapeutiche), di percorsi o di regimi assistenziali e di qualità dell’assistenza; • aver collaborato ad almeno un progetto di valutazione e revisione di percorsi assistenziali integrati (cure primarie, territorio, ospedale); • aver collaborato ad almeno una valutazione delle performances delle risorse umane; • aver collaborato ad almeno una valutazione degli esiti di una organizzazione sanitaria o di una sua parte; • aver collaborato alla predisposizione ed alla valutazione di almeno tre fra: interventi di informazione o educazione sanitaria, campagne di vaccinazione, indagini di sorveglianza dei rischi ambientali indoor/outdoor nelle comunità e/o gruppi a rischi, adeguatezza igienico-sanitaria di procedure produttive e/o di prestazioni di servizi, interventi di prevenzione in comunità; • aver collaborato ad almeno un programma di screening; • aver collaborato ad almeno un programma di valutazione e gestione del rischio professionale e di sorveglianza sanitaria; • aver effettuato almeno uno studio di fattibilità per la soluzione di problemi di salute di una comunità ed uno studio di fattibilità per la soluzione di problemi organizzativi di una istituzione; • aver collaborato almeno ad una valutazione di tecnologie sanitarie sotto il profilo dell’affidabilità, della sicurezza, dei rapporti costi- beneficio, costi-efficacia, costi-utilità, aspetti etici e giuridici; • aver collaborato alla predisposizione ed alla valutazione di almeno due programmi di miglioramento della qualità ed averne progettato e realizzato almeno uno in modo autonomo; • aver realizzato almeno un intervento di valutazione della qualità dell’assistenza con metodi di certificazione e/o accreditamento; • Aver partecipato alla revisione critica della letteratura scientifica, con almeno una revisione sistematica con annessa meta-analisi, inerente gli interventi di prevenzione, diagnosi e cura, alla luce dell’evidence based medicine (EBM), evidence based healthcare (EBHC), evidence based prevention (EBP) e evidence based public health e aver collaborato all’attuazione dei principi di efficacia, appropriatezza ed efficienza nel processo decisionale in Sanità Pubblica; • aver collaborato alla progettazione, realizzazione e valutazione di almeno un programma di gestione del rischio clinico e della sicurezza del paziente inclusa la prevenzione e controllo delle Healthcare Associated Infections (HAI) e di Anti Microbial Stewardship (AMR); • aver collaborato alla realizzazione di almeno una Root Cause Analysis (RCA) ed una Failure Mode Effect Analysis (FMEA); • aver partecipato ad almeno una indagine epidemiologica di sorveglianza nutrizionale nelle comunità e/o gruppi a rischio e ad almeno una valutazione e categorizzazione di rischio alimentare; • aver collaborato alla progettazione ed alla realizzazione di almeno un intervento di formazione di base o permanente per operatori dell’area sanitaria; • aver collaborato ad almeno un progetto di comunicazione con la popolazione, direttamente o attraverso i mass media, relativi a problemi o emergenze sanitarie; • aver collaborato all’organizzazione di interventi di emergenza sanitaria (reali o simulati); • aver partecipato all’attività di ricerca scientifica con la pubblicazione di almeno un articolo su riviste indicizzate e/o una comunicazione o poster ad almeno un convegno nazionale/internazionale all’anno; • aver applicato la metodologia di ricerca qualitativa (reale o simulata); • aver partecipato ad attività di Health Impact Assessment (reale o simulata); • aver frequentato, per una durata da stabilire da parte del Consiglio della Scuola, direzioni sanitarie (ASL, Azienda ospedaliera, Presidio), Distretti sanitari, Dipartimenti di Prevenzione, Agenzie Sanitarie ed Agenzie per l’ambiente, partecipando a tutte le relative attività; • aver frequentato, per una durata da stabilire da parte del Consiglio della Scuola, soprattutto strutture ove sia prevalente il rischio lavorativo biologico, partecipando alle attività di prevenzione e protezione della salute operate dai locali medico competente e responsabile della sicurezza. Lo specializzando potrà concorrere al diploma dopo aver completato le attività professionalizzanti. Lo specializzando, nell'ambito del percorso formativo, dovrà apprendere le basi scientifiche della tipologia della Scuola al fine di raggiungere una piena maturità e competenza professionale che ricomprenda una adeguata capacità di interpretazione delle innovazioni scientifiche ed un sapere critico che gli consenta di gestire in modo consapevole sia l’assistenza che il proprio aggiornamento; in questo ambito potranno essere previste partecipazione a meeting, a congressi e alla produzione di pubblicazioni scientifiche e periodi di frequenza in qualificate istituzioni italiane ed estere utili alla sua formazione. LA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA DELL’UNIVERSITÀ DI ROMA “TOR VERGATA” I pilastri della Scuola La scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Roma “Tor Vergata” offre ai propri specializzandi l’opportunità di formarsi su temi che rappresentano l’attualità e le sfide più recenti per i professionisti della sanità. In estrema sintesi, la Scuola coinvolge i suoi studenti in una didattica che si prolunga sino al III anno, sia come esperienza frontale che attraverso momenti di studio e approfondimento personale. In particolare, l’offerta formativa riconosce quale elemento fondamentale l’insegnamento e l’utilizzo di software statistici, quali SPSS e T-lab, nonché l’approfondimento della conoscenza della lingua inglese, coltivato continuativamente durante i 4 anni del corso. Al tempo stesso, grande enfasi è posta sui tirocini professionalizzanti e sulla rete formativa, articolata in diversi setting, corrispondenti ai diversi ambiti del SSN, che verrà descritta nei capitoli successivi. Infine, gli studenti sono da subito coinvolti in attività di ricerca, dalle Systematic Reviews, sino ai Clinical Trials, nella convinzione che tale ambito rappresenti un formidabile strumento di apprendimento e al tempo stesso sia in grado di stimolare un aspetto delle scienze di Sanità Pubblica spesso sotto rappresentato. In tal senso, un accesso privilegiato ai lavori scientifici degli specializzandi è offerto attraverso la nuova rivista “Biomedicine & Prevention”, uno strumento dipartimentale pensato per i giovani in terza formazione (http://www.biomedicineandprevention.com). L’apprendimento dell’epidemiologia rappresenta una caratteristica fondamentale della scuola (fig. 1). Essa rappresenta, infatti, la disciplina in cui linguaggio, metodologia e rigore scientifico si fondono per fornire un supporto di ricerca per ogni branca della medicina e per i diversi ambiti scientifici. Il futuro professionista della Sanità Pubblica deve, pertanto, essere in grado di utilizzarla correttamente e di adoperarne adeguatamente le potenzialità nei diversi campi di applicazione, di seguito schematizzati. Fig. 1
Epidemiologia clinica “In God we trust, all others must bring data.” (Edwards Deming) Sempre di più nella medicina moderna si afferma la necessità di avere a disposizione un’evidenza scientifica costantemente aggiornata e qualitativamente valida. L’epidemiologia clinica è fortemente connessa ai principi dell’”evidence based medicine” (EBM). Applicare i principi dell’EBM significa integrare la competenza clinica con la migliore evidenza scientifica disponibile dalla ricerca clinica (8). Pur non essendo direttamente impegnato nell’attività clinica, il medico di sanità pubblica si trova in prima linea nella ricerca di evidenze scientifiche in campo medico e si inserisce dunque nella seconda componente dell’EBM. Egli deve essere la figura portante della ricerca, allo stesso tempo produttore e fruitore di nuove evidenze scientifiche in campo sanitario. Infatti, grazie alle competenze metodologiche, statistiche e procedurali che gli appartengono, l’igienista è l’attore principale nel disegno degli studi scientifici clinici osservazionali e sperimentali; una volta ottenute le evidenze, queste saranno a disposizione dei clinici per quanto riguarda la pratica clinica, ma anche e soprattutto del medico igienista che le utilizzerà per il disegno di procedure applicabili in campo di prevenzione e sanità pubblica. Il medico di sanità pubblica sarà dunque impegnato nella ricerca dell’accuratezza e precisione di test diagnostici, sull’affidabilità di indicatori prognostici e biomarkers, sull’efficacia e sicurezza di regimi terapeutici, riabilitativi e di prevenzione e nello studio della farmacoepidemiologia. Si adopererà inoltre nell’apprendimento e nell’utilizzazione delle metodologie di data mining, revisioni sistematiche e metanalisi, analisi qualitativa degli studi. Epidemiologia e Prevenzione “The doctor of the future will give no medication, but will interest his patients in the care of the human frame, diet and in the cause and prevention of disease.” (Thomas Edison) La prevenzione ha assunto un ruolo sempre più importante nella medicina moderna. Nel mondo moderno, dato il noto aumento della popolazione anziana (secondo i dati Istat del 2017, gli ultra 65enni in Italia rappresentano più del 22% della popolazione), appare fondamentale per la sostenibilità del sistema sanitario un programma di prevenzione efficace. Tema centrale della formazione igienistica, la medicina preventiva si prefigge come obiettivi l’attuazione di programmi di screening, vaccinali e di promozione della salute. La buona realizzazione di misure preventive implica la progettazione, da parte dell’igienista, di procedure mirate e basate sulle più aggiornate evidenze scientifiche. L’epidemiologia risulta quindi fondamentale in questo settore per l’individuazione delle popolazioni a rischio e per la progettazione di adeguate misure preventive. Non meno importante in questo settore è il coinvolgimento della popolazione che dovrà applicarle. Come il clinico si rivolge ai suoi pazienti, il medico di sanità pubblica si rivolge alla popolazione. Competenze fondamentali del medico igienista sono dunque le capacità comunicative e di counseling, che devono portare all’empowerment della popolazione, nell’ottica di una collaborazione attiva e consapevole tra le due parti. Epidemiologia per l'organizzazione e gestione dei servizi sanitari “Governments have a responsibility for the health of their peoples which can be fulfilled only by the provision of adequate health and social measures.” (WHO Constitution) Lo specialista in igiene e medicina preventiva deve possedere adeguate conoscenze di management del sistema sanitario e dei servizi da esso forniti per essere preparato ad affrontare le sfide che l’organizzazione sanitaria, in continua evoluzione, gli pone. L’epidemiologia e la conoscenza di elementi di Economia Sanitaria sono dunque indispensabili anche in questo campo, fornendo gli strumenti per una corretta progettazione e attuazione dei percorsi assistenziali e per una valutazione dei rapporti costo/efficacia. Un aspetto spesso trascurato a livello nazionale ma, al contrario, fortemente promosso dalle Agenzie Internazionali, è quello del Monitoring&Assessment. Valutare esiti, costi e tempi significa dare trasparenza alla Sanità, consentendole di attivare processi di self-improvement, in modo continuativo. Inoltre, in tempi di gravi ristrettezze economiche, l’individuazione di sacche di inefficienza o inappropriatezza consentirà di migliorare qualità ed equità dei servizi. Si tratta dunque di una branca che trascende gli aspetti tecnici per esprimere contenuti politici alti e combina capacità epidemiologiche con quelle di leadership e di inclusione attiva dei molti soggetti e stakeholders coinvolti. In questo settore, come del resto nel successivo, sono nate negli anni preziose collaborazioni con colleghi docenti in Fisica Medica ed Ingegneria, assai utili in svariate applicazioni: elaborazioni di modelli previsionali e valutativi, realizzazione di piattaforme per i sistemi informativi, applicazioni di calcolo a sistemi biologici. Siamo convinti infatti che quanto sostenuto dall’MIT, e cioè che la convergenza tra scienze della vita, fisica ed ingegneria sia la porta per una nuova rivoluzione scientifica, abbia un suo fondamento anche per la Sanità Pubblica. Epidemiologia ambientale e igiene degli alimenti “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo.” (Ippocrate) La salute e la malattia sono condizioni risultanti dall’interazione tra l’individuo e l’ambiente. Oggi più che mai il tema della qualità dell’ambiente assume un ruolo centrale nello studio dei determinanti di patologia; è stato stimato che il 23% delle morti a livello mondiale sono determinate da fattori ambientali modificabili e che il solo inquinamento atmosferico contribuisce al 5,4% delle morti in tutto il mondo. Infarto del miocardio, malattia ischemica cardiaca, cancro e diarrea sono le patologie più correlate a fattori ambientali. (9) Tuttavia, se la complessità dei fattori in gioco conferisce a questo argomento elementi di grande incertezza, si deve anche rilevare che la sensibilità delle popolazioni alle notizie scientifiche relative all’ambiente è elevatissima e diviene estremamente importante la capacità di comunicare in modo semplice, efficace ed imparziale. Si tratta, in altri termini, di un campo in cui la ricerca scientifica ha mosso i primi passi verso orizzonti ancora inesplorati e, al tempo stesso, di un territorio preda di tentazioni semplicistiche o ideologiche. Compito di un esperto di Sanità Pubblica è anche quello di garantire alla popolazione una buona difesa dalle fake news, in un tempo di grande diffusione delle post- verità. Nuove metodiche, come ad esempio l’Health Impact Assessment (HIA) o il Health Risk Assessment (HRA) aiutano i decisori politici a valutare correttamente l’impatto derivante da attività industriali o produttive: l’epidemiologo igienista saprà padroneggiare tali tecniche, contribuendo alla loro diffusione e al loro affinamento. L’igienista collabora con il nutrizionista e con altri specialisti per contribuire sia alla sicurezza degli alimenti che ad una buona educazione nutrizionale. L’esperto di Sanità Pubblica saprà utilizzare e maneggiare metodiche di valutazione nutrizionale, sia nelle prime età della vita che nelle condizioni carenziali che così spesso colpiscono anche i soggetti anziani, sia relativamente alla denutrizione che affligge popolazioni di Paesi in via di sviluppo, sia i regimi alimentari insalubri che conducono spesso a obesità e diabete le popolazioni dei Paesi sviluppati. Si stima che ogni anno, a livello mondiale, una persona su 10 si ammali e che oltre 125.000 bambini sotto i 5 anni muoiano a causa di malattie legate all’alimentazione. (10) L’epidemiologia accorre in aiuto dell’igienista impegnato in tali ambiti, che rappresentano la più “naturale” vocazione per lo Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, da sempre figura di riferimento per l’identificazione e la prevenzione delle malattie determinate da un ambiente o da alimenti insalubri. L’igienista approfondirà le tecniche di Hazard and Analysis of Critical Control Points (HACCP), contribuendo anche alla loro diffusione e corretta implementazione. L’igienista in laboratorio L’igienista in laboratorio collabora a integrare l’azione di diversi attori, al fine di ottenere uno sguardo di popolazione su eventi epidemici, maxi emergenze e inquinamento ambientale. La Scuola di Specializzazione dispone dei seguenti laboratori: • Laboratorio di Microbiologia Ambientale, in cui vengono effettuate analisi microbiologiche e qualitative su campioni di provenienza ospedaliera ed ambientale; • Laboratorio di Chimica Ambientale, in cui si effettuano analisi chimiche e chimico-fisiche delle acque • Laboratorio di Simulazione e Ottimizzazione dei Servizi (SOS) del SSN, che si propone come supporto tecnologico e scientifico per la ricerca, attraverso studi di fattibilità basati sulla simulazione e ottimizzazione al computer, di possibili interventi di miglioramento dei servizi del SSN erogati da provider accreditati. Accoglienza dei nuovi specializzandi Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile. (San Francesco d’Assisi) Obiettivi L’Università, con il suo affaccio privilegiato sui mutamenti del mondo moderno, accoglie oggi su di sé la responsabilità e il privilegio di non potersi ridurre a sterile e inerte veicolo del sapere, ma deve avere il coraggio di riassumere il ruolo che un tempo le era proprio, quello di Magistra Vitae, di comunità di uomini che vengono educati alla conoscenza e che si scambiano idee sotto la guida di un maestro. La spinta verso un sapere che riscopre i valori classici del fare Scuola come elemento fondante del percorso formativo di un medico di Sanità Pubblica costituisce pilastro portante della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Tor Vergata. Nell’ottica di un sapere come sistema complesso, nelle sue declinazioni principali -conoscenza, il saper essere, e competenza, il saper fare- l’accoglienza ai nuovi medici in formazione specialistica costituisce parte integrante di un lungo percorso di formazione, che non si esaurisce nel rigore e nella rigidità del sapere tecnico-scientifico, ma assume tinte policrome con un approccio multidisciplinare. Attività di accoglienza Ogni anno, al momento della presa di servizio dei nuovi medici in formazione specialistica in Igiene e Medicina Preventiva, il Prof. Leonardo Palombi, Direttore della Scuola di Specializzazione, e il personale docente e non docente daranno il benvenuto agli studenti presso i locali del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione. Tale incontro avrà lo scopo di fornire ai neo-iscritti una prima presentazione della Scuola in termini di organizzazione della didattica, dei servizi e delle opportunità formative, alla luce del Decreto Ministeriale 68/20151, ma non solo. Sarà infatti l’occasione per condividere con gli studenti i pilastri fondanti della Scuola di Tor Vergata, in termini sì di obiettivi formativi e di tirocini professionalizzanti, ma soprattutto di orientamento ai grandi temi che la Sanità Pubblica porta ad affrontare, dando l’opportunità ai nuovi specializzandi di avvicinarsi alla complessità e alla pluralità del ruolo che l’Igienista deve essere in grado di assumersi per rispondere in maniera adeguata ai bisogni –anche quelli inespressi- di una società liquida, come quella odierna, nella quale il concetto di Salute appare in continuo mutamento. La sfida è quella di imparare a coniugare le diverse anime della Sanità, in una visione incentrata sul paziente e sulla sua famiglia, radicata ed integrata sul territorio, multidisciplinare e attenta agli aspetti preventivi, organizzativi ed economici dell’assistenza. In occasione della presentazione della Scuola, ai neo-iscritti sarà fornito il libretto cartaceo delle attività dello specializzando, stilato secondo i principi del DM 68/20151 sul riordino delle scuole di specializzazione di area medica, corredato degli obiettivi formativi essenziali da completare durante il percorso di studi. Contestualmente, gli studenti incontreranno i tutor interni della Scuola, che li affiancheranno e li supporteranno durante il percorso formativo. Ad ogni specializzando verrà affiancato un tutor interno, scelto preferenzialmente sulla base di manifestazioni di interesse da parte dello studente e sula base delle linee di attività del singolo tutor. Sin dai primi giorni di servizio, in attesa di essere destinati al primo tirocinio professionalizzante in una delle strutture convenzionate con la Scuola, i medici in formazione specialistica saranno coinvolti in attività di ricerca, a cominciare dalla stesura di revisioni sistematiche della letteratura, affiancati per la componente metodologica da personale docente e non docente (dottorandi). Tali attività si svolgeranno nell’aula multimediale del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione (Auletta Del Vecchio, D24), dotata di postazioni computer con collegamento internet. Tutti i neoiscritti saranno dotati di un indirizzo mail di ateneo e di un badge elettronico per la timbratura delle presenze da utilizzare all’interno della sede universitaria e dell’adiacente Policlinico di Tor Vergata. Una saletta studio con tre postazioni computer, collocata al primo piano della torre E sud della Facoltà di Medicina, sarà destinata interamente agli specializzandi come area lavoro e studio. A questa si aggiunge una sala riunioni, situata sempre al primo piano della torre E sud, destinata prioritariamente allo svolgimento di meeting, seminari e lezioni della Scuola di Specializzazione. La Facoltà di Medicina dispone inoltre di una biblioteca, ubicata al secondo e al terzo piano dell’edificio D, con servizio di prestito intra ed inter bibliotecario di volumi scientifici, con spazi dedicati allo studio e con postazioni per la consultazione dei database scientifici. Ulteriori Informazioni di supporto relative a problemi logistici, facilities della sede formativa (mense, associazioni universitarie, laboratori, etc.) e al corretto utilizzo del badge potranno essere richieste dagli studenti direttamente al personale amministrativo (Sig.ra Marina Poncetta). Tutor interni Le attività formative degli specializzandi in Igiene e Medicina Preventiva si svolgono sotto la guida di tutor interni alla scuola, individuati sulla base di requisiti di elevata qualificazione scientifica, di adeguato curriculum professionale, di documentata capacità didattico-formativa.
La rete formativa
Ambiti obbligatori dei tirocini professionalizzanti (fig.2): Fig. 2
Ambiti opzionali dei tirocini professionalizzanti (fig. 3):
Fig. 3
Le strutture con le quali al momento è attiva una convenzione sono le seguenti:
1. ASL Roma 2 2. ASL Roma 4 3. ASL Viterbo 4. DEP (Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale– Regione Lazio) 5. Istituto Superiore di Sanità (ISS) 6. Fondazione Policlinico Tor Vergata (PTV) 7. Ospedale S. Eugenio 8. Policlinico Casilino 9. Ospedale San Pietro Fatebenefratelli 10. Policlinico Italia 11. IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Sono in via di definizione le convenzioni con: • ASL Roma 1 • ASL Roma 6 • Azienda regionale emergenza sanitaria (ARES) 118 • World Health Organization (WHO) • Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) Tutor esterni: Offerta formativa divisa per anno
Per la tipologia Igiene e Medicina Preventiva, che si articola in 4 anni di corso, il Decreto identifica i seguenti obiettivi formativi: • 240 CFU complessivi • attività caratterizzanti a cui sono assegnati 210 CFU • attività affini, integrative e interdisciplinari a cui sono assegnati 5 CFU • attività finalizzate alla prova finale a cui sono assegnati 10-15 CFU • altre attività a cui sono assegnati 5 CFU Almeno il 70% del complesso delle attività formative è riservato allo svolgimento di attività professionalizzanti (pratiche e di tirocinio), pari a 168 CFU. Il 30% dei CFU di attività formativa di tipo non professionalizzante si configura come attività didattica frontale. PIANO FORMATIVO- QUADRO SINOTTICO PER ANNO
TABELLE INSEGNAMENTI E PROGRAMMAZIONE
I ANNO (60 CFU) TABELLE INSEGNAMENTI E PROGRAMMAZIONE
II ANNO (60 CFU) TABELLE INSEGNAMENTI E PROGRAMMAZIONE
III ANNO (60 CFU) TABELLE INSEGNAMENTI E PROGRAMMAZIONE
IV ANNO (60 CFU) La Scuola in qualità
La Legge n. 240 del 30 dicembre 2010 (11) si propone di valorizzare la qualità e l'efficienza delle università, introducendo meccanismi valutativi propedeutici alla distribuzione delle risorse pubbliche sulla base di criteri definiti, anche mediante previsione di un sistema di accreditamento periodico delle università. La base valutativa per l’accreditamento è fornita dall’ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), istituita dalla legge n 286 del 24 novembre 2006 (12). DOPO LA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE… Dottorato di ricerca in Scienze Infermieristiche e Sanità Pubblica Dal 2006, presso il Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Tor Vergata è attivo un Dottorato di ricerca in Scienze Infermieristiche e Sanità Pubblica, che si pone l’obiettivo di formare ricercatori competenti nelle due discipline, in grado di contribuire allo sviluppo metodologico della ricerca in ambito infermieristico e in Sanità Pubblica. Maggiori informazioni sono disponibili al link: http://biomedicinaeprevenzione.uniroma2.it/dottorati-di-ricerca.html CONTATTI Per informazioni di segreteria, è possibile contattare: - sig.ra Marina Poncetta 06.72596119 [email protected] http://directory.uniroma2.it/index.php/chart/dettagliDocente/2656 BIBLIOGRAFIA (1) Marazzi MC et al. Le grandi transizioni, Demografica Epidemiologica Assistenziale. 2014, Ed. Piccin (2) Putnam RD. Bowling Alone: The Collapse and Revival of American Community. Journal of Democracy 6 (1): 65–78. (3) Bauman Z. La solitudine del cittadino globale. 2000, Ed. Feltrinelli (4) SOER 2015. The European environment- state and outlook (5) Divya Srivastava. Is prevention better than cure? A review of the evidence. 2008, European Commission Directorate-General “Employment, Social Affairs and Equal Opportunities” (6) Mokdad, Marks et al. 2005 (7) Decreto Interministeriale 4 febbraio 2015 n. 68 “Riordino scuole di specializzazione di area sanitaria” (8) Sackett DL, Rosenberg WM, et al. Evidence based medicine: what it is and what it isn't. BMJ. 1996 Jan 13;312(7023):71-2. (9) Annette Prüss-Üstün, et al. Preventing disease through healthy environments: a global assessment of the burden of disease from environmental risks. 2016 World Health Organization. (10) Foodborne disease burden epidemiology reference group 2007-2015. Estimates of the Global Burden of Foodborne Diseases. 2015, World Health Organization (11) Legge 30 dicembre 2010, n. 240 "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario" (12) Legge 24 novembre 2006, n. 286 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria " |
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